Recensione call of duty warzone
Call of Duty: Warzone rappresenta l’intelligenza e la furbizia degli sviluppatori che sono riusciti a creare qualcosa di nuovo pur basandosi quasi totalmente su un format già conosciuto. Entrare nel vivo dell’azione lanciandosi con un paracadute su un punto preciso della mappa dopo aver selezionato accuratamente il proprio equipaggiamento tra i vari disponibili è infatti una delle premesse più viste sui videogiochi degli ultimi anni. Con Warzone, invece, tutto diventa più adrenalinico con l’entrata in scena delle safe zone e di tanti altri elementi che hanno catturato l’attenzione di tutti gli appassionati sin dai primi minuti di gioco. La furbizia degli sviluppatori di Call of Duty risiede quindi nell’aver, ancora una volta, sfruttato questa formula per far entrare milioni di giocatori in un mondo ricco di sorprese e imprevisti tra i quali l’unico obiettivo è restare in vita più a lungo degli altri. Si, perché in Call of Duty: Warzone la modalità Battle Royale è la più attraente in quanto resiste ancor oggi una fetta di giocatori decisamente interessata ad un piano di gioco molto più adrenalinico dove ci si ritrova catapultati in un ambiente assieme a centinaia di giocatori in uno sparatutto tutti contro tutti. Call of Duty: Warzone riceve in eredità quanto conquistato con Fortnite (si parla di storia perché il gioco esce ormai nel lontano 2017) tramite Infinity Ward, tutti ricordiamo l’hype generato da quel gioco e da quelle modalità di gioco poi invocate con grande fermento dai fan e dagli appassionati. Un hype, questo, che ha portato il franchise a sviluppi per più di dieci anni. Call of Duty: Warzone quindi riesce ad effettuare un connubio perfetto tra ciò che piace con qualche piccola innovazione grafica e prestazionale rilasciando, oltretutto, un gioco praticamente free-to-play di qualità decisamente elevata tanto che spesso ci si chiede se non debba esserci qualche contenuto a pagamento. Questo perché se si ragiona in termini di spazio sulla mappa, qualità dell’immagine, dinamiche di gioco e feeling con le armi, oltre a tutta la parte relativa ai gulag e alle ambientazioni, Call of Duty: Warzone rappresenta un grande passo in avanti rispetto a tutta la concorrenza. Ecco perché quell’hype di cui si parlava prima è totalmente giustificato quando si parla di questo gioco, una vera creazione di qualità che possiamo ora analizzare in ogni suo aspetto. Va precisato che per godere di questo gioco al massimo della sua espressione, tanto nelle dinamiche di inseguimento che in quelle di fuoco, occorre fruire di questo contenuto su un giusto pc. Call of Duty ha infatti rilasciato le specifiche tecniche sia minime che raccomandate per giocare al massimo della potenza. Tra i requisiti minimi troviamo come sistema operativo Windows 7 64-bit (SP1) o Windows 10 64-bit con processore Intel Core i3-4340 o AMD FX-6300 e almeno 8 GB di RAM. Una scheda video NVIDIA GeForce GTX 670/GeForce GTX 1650 o Radeon HD 7950 con almeno 2 GB di memoria video e 175 GB di spazio libero su disco. Il sistema dev’essere compatibile con DirectX 12.0, anche se sembra scontato ricordiamo che bisogna necessariamente avere una connessione internet a banda larga e una compatibilità piena con DirectX, anche la scheda video quindi dev’esserlo. Se si vuole, invece, godere al massimo di Call of Duty: Warzone è necessario un pc decisamente più prestante. Tra le specifiche consigliate abbiamo infatti un sistema operativo Windows® 10 64-bit con il più recente aggiornamento con un processore Intel Core i5-2500K o
AMD Ryzen R5 1600X e 12 GB di memoria RAM. Una memoria video da 4 GB e NVIDIA GeForce GTX 970/GTX 1660 o Radeon R9 390/AMD RX 580 come schede video.
Modalità Battle Royale
La modalità che tutti aspettavamo su Call of Duty: Warzone è proprio Battle Royale. Considerata da tutti gli addetti ai lavori la modalità regina di Call of Duty: Warzone. Qui il gioco si mostra al pubblico per tutto quello che è possibile fare sulla piattaforma anche grazie ad alcuni piccole introduzioni di classe. Degno di nota è il filmato che è posto ad introduzione di tutta la modalità. I creatori hanno personalizzato volutamente l’intro di cui si parla per potenziarla e accrescere curiosità e divertimento anche nella semplice visione. La modalità Battle Royale può essere utilizzata sia da soli sia in squadre. Com’è ovvio, entrare in una sessione di Warzone essendo in squadra catalizza il divertimento che raggiunge livelli percentualmente maggiori al crescere della propria squadra. L’immersione, alla quale gli sviluppatori hanno lavorato alacremente per ottenere un massimo livello di realtà di contenuti con una menzione speciale ai suoni ed effetti audiovisivi, è totale. Partendo, quindi, dalla classica posizione di lancio sull’aereo, si potrà analizzare l’intera mappa per poi indicare ai propri compagni un determinato punto sul quale cercare di atterrare per poter cominciare le proprie conquiste. La decisione potrà poi essere condivisa dal gruppo o meno. Anche mentre ci si butta dall’aereo è possibile continuare a visualizzare tranquillamente tutte le insegne e le scritte relative ai vari distretti. Una volta atterrati comincia a salire l’adrenalina perché bisogna essere veloci e trovare quello di cui si ha bisogno. Il gioco ha eliminato molte delle possibilità di procedere andando in fase esplorativa per la mappa per poter cercare il loot migliore. Ha la meglio, quindi, la necessità di restare in vita nonostante tutto quello che continuamente accade a terra. Bisogna però cercare gli equipaggiamenti adeguati che sono stati distribuiti nei vari edifici che possono essere rintracciati tramite un segnale audio che aumenta la sua frequenza man mano che ci si avvicina. Le casse di equipaggiamenti che è possibile reperire all’interno del gioco si suddividono per colori che ne denotano l’importanza e rarità, in ordine dalla più preziosa: blu per le rare e oro per le leggendarie. All’interno di queste casse è possibile trovare un po’ di tutto tra armi, corazze, soldi e vari accessori. Bisogna poi tenere costantemente l’attenzione alta per evitare il gas mortale che spingerà a spostarsi di continuo. Dopo aver trovato un equipaggiamento seppur minimo, occorre sopravvivere. L’obbiettivo riguarda principalmente il raggiungimento della safe zone cercando poi di restare all’interno del cerchio bianco per più tempo possibile. Immancabili sono le famose stazioni di rifornimento nelle quali si potrà comprare altre casse di equipaggiamento, armature e UAV.
Le particolarità
Andando più a fondo nell’analisi delle particolarità di Call of Duty: Warzone si può notare il richiamo a Call of Duty Modern Warfare. Non di rado, infatti, il gioco proporrà delle casse sul terreno di gioco con equipaggiamenti salvati in Modern Warfare. Battle Royale è quindi la vera appendice al gioco principale avendo quindi a disposizione un comparto multiplayer senza limiti. Le dinamiche del gioco permettono poi di accumulare esperienza ed uccisione con tante armi diverse con la possibilità di sbloccare vari livelli e bonus. La connessione con il gioco principale è suggerita anche dalla mappa che per chi non è nuovo a Call of Duty risulterà molto familiare e riconoscibile. Il Superstore, l’aeroporto internazionale o il Karst River sono luoghi ricostruiti fedelmente presenti in Warzone. Dopo la morte si viene inevitabilmente portati nei tanto citate prigioni sovietiche dove si verrà spediti nelle docce con un minimo di armatura e 2 equipaggiamenti per il lancio rispettivamente letale e non. Alla fine del countdown si dovrà quindi uccidere il proprio avversario nel più breve lasso di tempo. Solo in questo modo si potrà uscire dal gulag ritornando quindi nella zona dove si è morti. I compagni ancora in vita possono far saltare quest’iter al compagno caduto pagando 4500 dollari in una stazione di rifornimento. Nelle particolarità più interessanti c’è la modalità con cui si acquistano le casse per le armature. Per farle comparire occorrerà sparare un fumogeno rosso. In questo modo non solo si otterrà la cassa ma si attirerà l’attenzione degli altri sul luogo. Una volta atterrata, chiunque può impadronirsi della cassa. Una menzione speciale va ai mezzi di locomozione. Che siano terrestri o aerei donano una connotazione a dir poco realistica al gioco essendo d’aiuto in varie fasi. Anche qui, al vantaggio di usare un mezzo di locomozione segue un pericolo: chi li utilizza è segnalato sulla mappa. I contratti, poi, rappresentano una delle peculiarità più interessanti. Essi sono sostanzialmente mini-missioni che possono essere utili per accumulare soldi extra, armi e munizioni.
Malloppo
La vera novità è la modalità Malloppo. In questa modalità si avrà sempre la possibilità di formare una propria squadra, massimo 3 giocatori, e giocare all’interno della mappa cercando di accaparrarsi il numero maggiore di armi e potenziamenti ma con una piccola novità. Nella modalità Malloppo non esistono i cerchi della vita che abbiamo menzionato in precedenza né safe zone da raggiungere. Qui, se si muore, non si finisce nel gulag ma si riappare dopo poco come già visto nel Modern Warfare. In effetti, eliminando l’ansia di scappare pena morte e relativo periodo nella prigione russa, si può giocare con più serenità all’interno di un countdown di 30 minuti. Avendo questa possibilità l’unico obiettivo diventa quello di accumulare soldi ed armature. L’attrazione verso la modalità Malloppo aumenta anche grazie al fatto che qui i contratti sono molto più remunerativi. Raggiunta una determinata cifra si potrà poi utilizzare sia i palloni di recupero che gli eliporti per mettere al sicuro il proprio malloppo.
Le grafiche
Semplice, realistica e intensa. Se servissero tre aggettivi per la grafica di Call of Duty: Warzone sarebbero questi. Perfino l’idea di porre un filmato introduttivo con una qualità di dettaglio come quella che si ritrova nel gioco fa intendere sin dai primi minuti cosa bisogna aspettarsi dal gioco. Il colpo d’occhio nel momento in cui ci si lancia dall’aereo è decisamente straordinario oltre che realistico. Non manca nulla a Verdansk che viene riprodotta attraverso il suo porto e le montagne di sfondo.